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La storia di Jamila Bashir, abbandonata dai genitori somali e costretta a vivere in Italia da 30 anni

Roma, 11 ottobre 2022 – “Malgrado io sia nata ad Aprilia e sia in Italia da 30 anni, non riesco a ottenere la cittadinanza. Lavoro e pago le tasse qui, eppure non posso viaggiare fuori dal Paese. Sono letteralmente bloccata”. La storia di Jamilia Bashir inizia così, e prosegue in un lungo racconto della sua vita che in poco tempo ha fatto il giro del web. La ballerina, infatti, è sostanzialmente una prigioniera a piede libero in Italia, perchè il nostro Paese non le dà alcuna possibilità di muoversi. Nemmeno per un semplice viaggio.

La storia di Jamila Bashir

Nata in Italia, Jamila è stata abbandonata dai suoi genitori somali quando era ancora una neonata. A sei mesi, poi, è stata accolta da una famiglia italiana, che tuttavia non ha mai potuto adottarla. Oggi è una ballerina e un’insegnante di danza, e nonostante abbia sempre vissuto qui, nonostante questo sia il Paese nel quale lavora, non è ancora riuscita a ottenere la cittadinanza italiana. “Mi hanno detto di aver perso un’occasione e che la mia pratica in realtà non esisteva”, ha raccontato di essersi sentita dire a 19 anni.

“A 18 anni ottengo il primo titolo di viaggio, ma anche questa volta non riesco a volare. Prenoto per Dublino, ma al momento di salire sull’aereo mi fermano sul portellone dicendomi che non posso partire perché il mio documento non va bene”, ha spiegato inoltre.

A 24 anni, poi, sembrava dovessero arrivare la svolta: Jamila riesce a ottenere la tessere sanitaria e il rinnovo del permesso di soggiorno. Da allora, però, è di nuovo tutto bloccato. Ora ha necessità del passaporto somalo per viaggiare nei Paese del trattato di Schengen e si è rivolta all’Ambasciata somala a Roma, ma non ha ricevuto l’attenzione che si aspettava. “Non mi rispondevano al telefono né alle mail e sono andata più volte davanti alla sede. Alla fine, dopo diverse insistenze, sono riuscita a ottenere un appuntamento per avviare la pratica e sto aspettando che ciò si realizzi”, ha sottolineato. “Non voglio più perdere occasioni di lavoro che sono importanti per la mia carriera. Ballo in una compagnia di danza che è stata chiamata anche ad Italia’s got talent, ma io non ho potuto partecipare perché non avevo i documenti in regola. Ho bisogno di ottenere la cittadinanza italiana, ma i tempi sono lunghissimi. Spero di dar voce a chi vive la mia stessa situazione, anche grazie a questa ondata di affetto e interesse da tutta Italia”, ha aggiunto poi in conclusione.

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