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Cittadinanza. L’attivista Kwanza: “Ci hanno dimostrato che è solo una questione economica”

Le storie dei “cittadini di serie B” non finiscono mai. Sono tante, troppe le persone straniere che ogni giorno di vedono scavalcare o non riconoscere i propri diritti come, appunto, quello della cittadinanza italiana. Questa volta abbiamo scelto di proporvi il tema in modo diverso, grazie a una chiacchierata con l’attivista Kwanza Musi Dos Santos, co-fondatrice dell’associazione Questa è Roma. Lei la cittadinanza ce l’ha “per sangue” (ius sanguinis): sua mamma, infatti, è italiana. Le sue origini invece sono miste. Per questo, comunque, sente in modo diretto l’importanza di lottare per tutti gli italiani di fatto, ma non di diritto.

Kwanza ha commentato con noi le tanto applaudite modifiche ai decreti sicurezza di Matteo Salvini. Prima, però, abbiamo affrontato un tema che ha riempito le prime pagine dei giornali per svariati giorni e che ha dato delle limpide dimostrazioni a tutti gli stranieri che da anni lottano contro la burocrazia per ottenere la cittadinanza: il caso Suarez. “E’ stato un doppio scandalo: non solo la beffa e il fatto di aver ottenuto le pratiche in 15 giorni rispetto ai 4 anni che ha allungato Salvini. C’è stato anche l’escamotage dell’esame di lingua truccato. Questo può essere considerato senza dubbi un doppio smacco per gli italiani di fatto e non di diritto. Non solo loro devono aspettare 4 anni: a differenza di Suarez, non hanno il problema dell’esame di lingua perché sono cresciuti qui.

Sono andati nelle nostre scuole, per questo non è previsto che loro facciano l’esame se presentano una pagella che dimostri il completamento del ciclo scolastico. Al contrario, quindi, dovrebbero essere più facilitati, visto che sono qui da quando sono piccoli. Invece a quanto pare con i soldi si può ottenere tutto. E‘ stato dimostrato che è tutta una questione di volontà politica e non burocratica: Suarez invece che aspettare 4 anni come tutti, con i soldi è riuscito ad accelerare a 15 giorni. Quindi è una questione economica più che giuridica, e di conseguenza anticostituzionale da vari punti di vista. Così come lo è il fatto che si debba dimostrare un certo reddito per ottenere la cittadinanza“, ha sottolineato l’attivista.

“Il Partito Democratico sta celebrando le modifiche dicendo che non ci sono più, che sono stati eliminati, ma questa è una fake news bella e buona. I decreti ci sono ancora, e sono stati solamente edulcorati. I decreti sono lì, sono validi. Non solo erano già scandalosi prima e quindi andavano aboliti in toto, ma addirittura certi punti non sono stati nemmeno toccati. Un esempio è la revoca della cittadinanza.”

Nemmeno modifica al numero degli anni necessari per analizzare i documenti è soddisfacente: “Invece che riportarli a 2 come prima del Decreto Salvini, li hanno portati a 3. Come a dare un contentino. Quindi il decantare una vittoria mi sembra ancora più ipocrita di quello che fanno. Sarebbe stato più onesto e accettabile dire: “E’ un primo passo, sappiamo che non è abbastanza, il nostro obiettivo è decisamente più ambizioso pero ci arriviamo con calma”. Siamo stanchi di queste promesse da marinaio, di queste dichiarazioni false.

Il PD ha sempre fatto finta di avere un buon dialogo con gli attivisti e con le parti sociali, in realtà a noi non solo non ci ha mai consultato, ma nemmeno considerato. Noi abbiamo chiesto un incontro in svariate occasioni e tramite diverse reti e organizzazioni: non c’è mai stato, non ci è mai stata concessa una data. Questo per dire che se è vero che lo stai facendo per noi, almeno dovresti consultarci. E’ chiaro quindi che non c’è volontà di fare le cose per noi, bensì per riconquistare quella parte di sinistra che hanno perso da anni e che si fa “imbambolare” da certe dichiarazioni.”

E le dimostrazioni di questo, purtroppo, sono evidenti: “L’altra beffa è la retroattività che Salvini aveva previsto per l’allungamento dei 4 anni, mentre loro nei 3 non l’hanno proprio considerata. E’ desolante. Si può dire che dal punto di vista della cittadinanza non sia cambiato nulla. In più c’è anche la questione della Bossi Fini: quella va abolita. E’ inutile prendersela solo con Salvini: bisogna riformare completamente le leggi in materia di immigrazione e cittadinanza”.

Anche perché l’Italia, a riguardo, è rimasta notevolmente indietro rispetto agli altri Paesi membri dell’Ue. “In Europa, l’Italia e il Portogallo sono rimasti gli unici due paesi ad avere una legge sulla cittadinanza così restrittiva. E comunque il nostro Paese batte tutti con il suo limite di un anno, a partire dal compimento dell’età maggiorenne, per la presentazione dei documenti degli stranieri nati in Italia. In media, in Europa servono 5 anni di residenza come requisito: l’Italia non è assolutamente allineata con gli altri Stati membri. I 5S usano la scusa dell’Europa: dicono che dovrebbe stabilire le regole della cittadinanza. Me uno conosce le competenze e i limiti europei sa che la cittadinanza è esclusivamente a discrezione nazionale. Questo significa che non può essere legiferata a livello europeo. E’ tuttavia, ovviamente, auspicabile un allineamento. Anche perchè quando acquisti la cittadinanza Italia acquisti automaticamente anche quella europea”. E senza giri di parole, ha affermato: “Non ammetteranno mai che vogliono preservare una razza bianca italica fantomatica.”

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